Chirurgia Laparoscopica

Si esegue tramite piccole incisioni (5–12 mm), attraverso cui si inseriscono trocar, videocamera HD e strumenti chirurgici avanzati.

L’addome viene disteso con anidride carbonica (pneumoperitoneo) per creare una “camera di lavoro”.

Applicazioni

  • Oggi permette di eseguire la maggior parte degli interventi prima fatti con chirurgia “open” tradizionale:
    • Tumori addominali
    • Patologie infiammatorie, funzionali e di parete
  • In alcuni casi complessi è ancora necessario il ricorso alla chirurgia tradizionale.

Efficacia

  • Studi clinici e trials hanno dimostrato che la laparoscopia ha la stessa efficacia oncologica dell’approccio open in molte neoplasie.
  • È diventata il gold standard per numerose patologie tumorali e indicata anche in Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (Crohn, Colite Ulcerosa).

Vantaggi

  • Estetici: cicatrici minime, spesso invisibili.
  • Clinici: minore dolore post-operatorio, mobilizzazione precoce, rialimentazione rapida.
  • Gestionali: riduzione tempi di ricovero, recupero più veloce della vita sociale e lavorativa.
  • Si inserisce nei protocolli di Enhanced Recovery / Fast Track che migliorano qualità di vita e riducono il trauma chirurgico.

Chirurgia robotica

  • È l’ultima e più avanzata evoluzione della chirurgia mini-invasiva. Condivide i principi della laparoscopia: mini-incisioni, trocars, insufflazione di CO₂ (pneumoperitoneo). Differenza: gli strumenti sono collegati a bracci robotici, manovrati dal chirurgo tramite una consolle immersiva 3D.

Caratteristiche tecniche

  • Movimenti con gradi di libertà superiori alle mani umane (rotazione, torsione, angolazione).
  • Visione tridimensionale ad alta definizione, che facilita il riconoscimento delle strutture anatomiche.
  • Tremori azzerati, massima precisione, stabilità del campo operatorio.
  • Facilita manovre complesse (punti intracorporei, dissezioni precise, linfectomie).

Vantaggi clinici

  • Indicato in campi operatori angusti (es. pelvi per chirurgia del retto).
  • Utile quando serve preservare strutture nervose (chirurgia “nerve sparing”).
  • Riduce il trauma sulla parete addominale, con meno dolore post-operatorio e recupero più rapido.
  • Risultati almeno equivalenti, e talvolta superiori, alla laparoscopia tradizionale.

Ruolo del chirurgo

  • È sempre il chirurgo a guidare il robot: il sistema non è autonomo.
  • Richiede esperienza e formazione specifica per sfruttarne al meglio i benefici.
  • Un assistente collabora al tavolo operatorio, mentre il chirurgo principale opera dalla consolle.

Applicazioni

Patologie funzionali (es prolasso del retto) Patologie tumorali Malattie infiammatorie acute e croniche Patologie di parete addominale (ernie e laparoceli) Patologie benigna della colecisti

Oggi, un approccio moderno non può prescindere dalla valutazione multidisciplinare, dove oncologi, chirurghi, radiologi, radioterapisti e gastroenterologi si riuniscono settimanalmente per valutare ogni caso e definire insieme la strategia terapeutica più appropriata.
Alcuni tumori richiedono un intervento chirurgico immediato, mentre in altre situazioni – ad esempio nelle forme metastatiche – può essere indicata una chemioterapia neoadiuvante prima dell’operazione. Nei casi più complessi, come le metastasi epatiche, i pazienti vengono discussi anche in specifici GOM dedicati, con il coinvolgimento dei chirurghi epato-biliopancreatici.

Particolare importanza riveste la gestione del cancro del retto: nelle forme localmente avanzate è spesso necessario ricorrere a trattamenti pre-operatori (radioterapia, chemio-radioterapia o protocolli di Total Neoadjuvant Therapy – TNT) che aumentano le possibilità di radicalità e migliorano i tassi di sopravvivenza. In casi selezionati, invece, è possibile optare per interventi locali mini-invasivi (come l’escissione locale o la TAMIS), preservando l’organo. In alcune condizioni complesse, gli interventi vengono realizzati in multi-équipe, ad esempio quando è necessario operare contemporaneamente su retto e fegato.

Grazie alle tecniche mini-invasive (laparoscopica, robotica, TAMIS), oggi è possibile trattare la maggior parte di queste patologie riducendo il trauma chirurgico, con vantaggi estetici e funzionali, minor rischio di stomia definitiva e maggiore attenzione alla qualità di vita del paziente. Tecniche di preservazione nervosa (nerve sparing) consentono inoltre di salvaguardare funzioni urogenitali e sessuali.

Le neoplasie neuroendocrine (NET), più rare, vengono discusse in un GOM specialistico (Gruppo Multidisciplinare per i Tumori Neuroendocrini di Napoli), riconosciuto come centro di eccellenza dalla società europea ENETS.


Chirurgia Funzionale dell’apparato digerente

Malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI)

Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (M.I.C.I.), conosciute a livello internazionale come IBD (Inflammatory Bowel Diseases), comprendono due principali forme: Malattia di Crohn e Colite Ulcerosa.

Negli ultimi decenni la loro diffusione è in costante aumento, soprattutto nei Paesi ad alto sviluppo economico. Oggi si stimano circa 7 milioni di pazienti nel mondo (contro i 3,7 milioni del 1993). In Italia le persone affette sono circa 250.000: il 60% con Colite Ulcerosa e il 40% con Malattia di Crohn. L’esordio avviene più frequentemente in età giovanile (15–20 anni) o giovane adulta (35–40 anni), ma nel 20% dei casi la diagnosi è pediatrica.

Malattia di Crohn

È una patologia infiammatoria cronica a patogenesi immunitaria ed eziologia multifattoriale, che può interessare qualsiasi tratto del tubo digerente (dalla bocca all’ano).

  • Oltre il 50% dei pazienti necessita di almeno un intervento chirurgico nel corso della vita.
  • Le localizzazioni più frequenti sono ileo-cecale, colon, ano e piccolo intestino.
  • Le principali complicanze sono stenosi (con rischio di occlusione), fistole e recidive.

Quando la terapia medica – inclusi i più moderni farmaci biologici – non è sufficiente, è necessario l’intervento chirurgico. Questo può consistere in:

  • Resezione delle aree intestinali malate.
  • Stricturoplastica, cioè la dilatazione chirurgica delle stenosi senza asportazione dell’intestino.

Negli ultimi anni la chirurgia viene proposta anche in casi selezionati di malattia precoce, come alternativa a terapie croniche a lungo termine.


Colite Ulcerosa

A differenza della Malattia di Crohn, interessa solo il colon, con forme limitate (proctite, proctosigmoidite, colite sinistra) o estese a tutto l’intestino (pancolite).

  • Il sintomo tipico è la diarrea muco-sanguinolenta.
  • Le indicazioni chirurgiche includono:
    • mancata risposta alla terapia medica,
    • forme acute gravi (colite acuta severa, megacolon tossico),
    • presenza di displasia, lesione precancerosa che può evolvere in carcinoma.

Il trattamento chirurgico di riferimento è la proctocolectomia totale (rimozione di colon e retto), con ricostruzione tramite J-pouch (tasca ileale che sostituisce la funzione del retto), permettendo al paziente di mantenere una funzione intestinale quasi normale ed evitando la stomia definitiva.


Malattia diverticolare

Sia nella Malattia di Crohn che nella Colite Ulcerosa, oggi la chirurgia viene eseguita prevalentemente con approccio mini-invasivo (laparoscopico o robotico), garantendo minore dolore post-operatorio, recupero più rapido e migliore qualità di vita.

Il centro partecipa a studi clinici nazionali e internazionali, volti a migliorare la gestione delle MICI.

Proctologia

Chirurgia di parete